Il cioccolato

Il cibo degli Dei


Il cioccolato, alimento derivato dai semi di cacao, estratti dai frutti dell’omonima pianta arborea originaria dell’Amazzonia, è stato definito nel corso della sua lunga storia come “cibo degli dei”, e fin dalle sue prime fasi (600 d.c.-1200 d.c. presso i Maya e gli Aztechi, e 1500-1700 d.c. presso gli spagnoli, gli olandesi e i francesi) ha suscitato notevole interesse economico, alimentare e scientifico, a sottolinearne da sempre la sua peculiarità e preziosità. Infatti viene a tutt’oggi sempre più apprezzato da una grossa fascia di consumatori, per numerose ragioni: le stesse origini storiche, l'alone mistico, le proprietà nutrizionali, nonchè il potenziale edonistico/terapeutico. Tutto ciò ha contribuito a farne un componente dietetico assai affascinante, attrattivo e discusso, al punto che la sua materia prima si è sicuramente meritato secondo il parere di celebri scienziati il nome pomposo di Teobroma, letteralmente “bevanda di Dio”, dato dai botanici del 1700 (Carlo Linneo, 1734).

Più nel dettaglio, date le caratteristiche specifiche del prodotto (puro ed al latte), a nostro parere, risulta importante sottolineare alcuni aspetti essenziali generali del cioccolato:

1. l’elevato apporto calorico in rapporto al peso ed al volume (540-560 kcal/100 g di prodotto, alta densità energetica), che lo rende molto utile per razioni d’emergenza e di sostegno per lunghe prestazioni fisiche;

2. bassissimo tenore d’acqua (2%), che ne consente una facile e lunga conservazione;

3. medio contenuto in proteine (dal 6,5% per il puro al 7,5% per quello al latte), ed buon livello di proteine di alto valore biologico per quello al latte;

4. alto contenuto in zuccheri semplici (dal 49% al 50%), che rende conto del suo alto valore energetico;

5. alto contenuto in lipidi di origine vegetale (dal 33,5 al 36,5%), con contenuto medio di acidi grassi saturi pari al 21% e contenuto medio di acidi grassi monoinsaturi pari all’ 11% del prodotto, ma con una buona composizione acidica o qualità dei grassi, come si dettaglia al punto seguente;

6. basso contenuto in acidi grassi saturi molto aterogeni quali acido laurico e acido miristico (cont. inferiore all’1%), alto contenuto in acidi grassi saturi poco aterogeni quali acido palmitico e acido stearico (risp. pari a 9% e a 11% con acido stearico C18 pari al 30% dei lipidi totali) ed alto contenuto in acidi grassi monoinsaturi dai noti effetti protettivi sulla salute cardiovascolare come l’acido oleico (pari a 11% e al 34% dei lipidi totali);

7. bassissimo contenuto in colesterolo (da 0 nel fondente a 10 mg % in quello al latte) e quantità elevate d steroli vegetali (sitosterolo, campisterolo, stigmasterolo), utili nel favorire la riduzione dell’assorbimento del colesterolo alimentare (esogeno), grazie ad un’azione antagonistica nei confronti di quest’ultimo;

8. buon contenuto dei macroelementi calcio, magnesio e fosforo (pari rispettivamente in media a 160, 55 e 180 mg % nel prodotto finito), soprattutto nel cioccolato al latte;

9. buon contenuto degli oligoelementi rame, manganese e ferro, solo per il cioccolato fondente, mentre in quello al latte, per effetto dell’aggiunta dello stesso, si riducono i contenuti % degli stessi, in particolare del ferro;

10. contenuto in vitamine ben rappresentato, sia per le idrosolubili (B1, B2, B6, C), sia per le liposolubili (A, D, E), soprattutto nel cioccolato al latte;

11. contenuto in polifenoli antiossidanti (flavonoidi e tannini) dal significato biologico di grande importanza, perché dotati di proprietà intermedie tra quelle nutrizionali e quelle preventive/curative (nutraceutici) e perché rilevati essere composti efficaci in grado di limitare il rischio di stress ossidativo;

12. presenza di sostanze endogene ad azione psicoattiva (metilxantine, tiroxina, anandamide e feniletilammina), importanti per i loro effetti neurofisiologici, poiché rendono conto del valore antidepressivo, ossia dei noti effetti positivi sull’umore e sulla memoria, nonché dell’effetto euforizzante, stimolante le percezioni sensoriali e di riduzione del senso di fatica (effetti psicoattivi simili alle catecolammine);

Si può concludere che “il cibo degli Dei”, se consumato fondente ed in modiche quantità, riduce il rischio cardiovascolare (studio USA - Million Veteran Program), migliora la funzione endoteliale svolgendo altresì una funzione antiatrogena, oltre ad altre numerose azioni favorevoli per l’organismo.