Alimentazione e demenza

DEMENZA E DIETA esiste un collegamento ?

 

La demenza è una delle principali cause di disabilità e morte in tutto il mondo e per la quale, per ora, non esiste cura. Secondo l'OMS, la demenza colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, con 10 milioni di persone che ricevono una diagnosi ogni anno.

 

Ricerche recenti hanno studiato l’influenza della alimentazione sul rischio e progressione della demenza.

I risultati ottenuti indicano una correlazione tra le abitudini alimentari ed il decadimento cognitivo.

 

In particolare viene sottolineata l’importanza del cosiddetto MICROBIOMA INTESTINALE che altro non è che l’insieme dei batteri, buoni e cattivi che tutti noi abitualmente ospitiamo nel nostro intestino.

 

Esso viene considerato come la centrale del benessere e agisce, infatti, come un vero e proprio organo. Il suo stato di equilibrio favorisce non solo le funzioni intestinali, ma anche una condizione di buona salute generale.

 

Una cattiva alimentazione danneggia i microrganismi del nostro intestino, cioè il microbioma, che danneggiano, a loro volta, il sistema immunitario con effetti negativi a catena sul declino cognitivo.

 

Nella demenza l'invecchiamento infiammatorio è in parte innescato dal sistema immunitario che coinvolge i microrganismi e la dieta.

Uno studio giapponese ha trovato una differenza significativa tra il microbioma delle persone con demenza e quelle senza la malattia: quelle con demenza avevano un numero molto più basso di Bacteroides , una specie di batteri intestinali nota per ridurre l'infiammazione e avevano anche un numero molto più alto di microrganismi (enterotipo III) che sono associati alla demenza.

 

Ecco perché, in primis, dobbiamo prestare particolare attenzione a preservare un sano microambiente intestinale ove, cioè, vi sia un perfetto equilibrio fra i suoi abitanti. Questo lo otteniamo favorendo la crescita e moltiplicazione dei batteri “buoni” fornendo loro dei nutrienti adeguati. Questi nutrienti derivano dalle fibre vegetali che troviamo negli ortaggi e nella frutta.

 

Il passo successivo sarà quello di contrastare l’azione dei radicali liberi, sostanze che favoriscono il cosiddetto “invecchiamento infiammatorio” che ha parte importante nel decadimento cognitivo. Questo lo possiamo fare introducendo alimenti ricchi di antiossidanti naturali che contrastano, per l’appunto, l’azione dei radicali liberi. Anche questi li troviamo in alcuni alimenti come frutta, verdura, pesce azzurro, frutti di mare, legumi e cereali integrali, olio di oliva, noci, mandorle, che ci forniscono elementi nutrizionali importanti come Vitamina A, Vitamina C, Beta carotene, Licopene, Glucosidi antocianici e molti altri. Alcuni studi hanno suggerito che la dieta mediterranea può migliorare la funzione cognitiva e rallenta la progressione dal lieve deterioramento cognitivo alla demenza.

Un'alternativa alla dieta mediterranea è la DIETA MIND (Mediterranean- DASH Intervention for Neurodegenerative Delay). La dieta è simile ma si concentra su verdure a foglia verde, altre verdure, noci, mandorle, bacche, fagioli, cereali integrali, frutti di mare, pollame, olio d'oliva e vino, mentre scoraggia l’uso di cibi quali burro, margarina, carne rossa, cibi fritti, dolci e formaggio. In pratica, la MIND è una dieta che mira a contrastare il declino cognitivo legato all’invecchiamento, combinando le caratteristiche di 2 diete molto popolari: la dieta mediterranea e la dieta DASH che prevede una drastica riduzione fino alla eliminazione di carne rossa, grassi animali, zucchero ed alcol. Secondo i ricercatori, gli adulti che seguono la dieta MIND hanno un tasso complessivo di declino cognitivo più lento, che equivale a un cervello di 7,5 anni più giovane. La composizione biochimica della dieta MIND si basa sulla combinazione di nutrienti essenziali: è ricca di folati, vitamina E, luteina-zeaxantina e flavonoidi. Tutti composti noti per le loro proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e pro-cognitive. Ad esempio, le verdure a foglia verde e le noci contengono Vitamina E, un antiossidante che protegge i neuroni dai danni legati allo stress ossidativo causato dai radicali liberi.

 

QUALI SONO GLI ALIMENTI PERICOLOSI? Nei modelli animali, una dieta ricca di carboidrati raffinati aumenta il rischio di demenza e Alzheimer. Uno studio francese sull'uomo ha replicato questo effetto e ha confermato che i partecipanti più anziani che mangiavano uno spuntino quotidiano ricco di carboidrati raffinati avevano maggiori probabilità di sviluppare la demenza. Un altro studio ha collegato il consumo di prodotti trasformati a base di carne, come salsicce, salami e pancetta, con la demenza. Il consumo regolare di carne lavorata ha aumentato il rischio relativo di tutte le demenze del 44% e del morbo di Alzheimer del 52%.

 

È POSSIBILE RIDURRE IL RISCHIO DI DEMENZA?

La risposta è che probabilmente la dieta potrebbe avere un ruolo importante. Stanno crescendo le prove che una dieta variata ricca di frutta e verdure supporterà un microbioma intestinale equilibrato ed un microbioma intestinale equilibrato aiuta a ridurre l'infiammazione implicata nella demenza. Mentre continuiamo a imparare di più sui fattori dello stile di vita che hanno il maggiore impatto sul nostro rischio complessivo, ci sono cose che possiamo fare oggi per ridurre il rischio di declino cognitivo con l'avanzare dell'età:  seguire una dieta salutare, fare esercizio fisico regolarmente, rimanere cognitivamente e socialmente impegnati.